Tuesday 13 February 2007

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La mela morsicata, che rivoluzione.

Ed io che pensavo che il mondo girasse solo da una parte:
invece c'è un gioco di scatole cinesi (o bambole russe) che si chiama
INLAND EMPIRE
e noi ne siamo spettatori casuali,
d'occasione in riverenza religiosa
giammai laboriosi disattenti
l'estemporaneo.
Ed ai critici che non sanno il mestiere
io dico
arruolatevi! questo mondo non è per voi.

Cosa succede

Questa settimana non ci sono.
Vivo di notte.
Mi chiudo e mi rinchiudo,
mi nascondo eppur ci sono,
scompaio e riappaio,
altrove a tratti
come se nulla fosse.
Ho qualche proposito
che so già di non potere mantenere:
la noia, la crisi
l'estratto conto con la vita
che vola via, meschina
non mi salverà.
Ritardami il coito,
orrore,
monstruum di narrazione senza volto
io ci sarò, comunque.

Friday 9 February 2007

Antica fiera indigesta

Adrenalina
eppure non ho assunto droghe,
stanotte.
Pompa come non mai,
il sangue ovunque
dentro e fuori me
questa adrenalina
che si mescola alla paranoia,
l'ansia che risale
i vicoli delle memorie
che verranno.
E mi ristupisco,
rinascendo
vengo al mondo
come la prima volta.

Saturday 3 February 2007

Diffiicile tacere

Giorni su giorni,
Settimane stempiate,
bianchi i capelli,
l'erta della nuova ora
è già svanita.

E' già ieri,
ogni sette giorni
la mia parte di gioia
lontano da un brilluccicare
ordinario, a suo modo poco ordinato;
oggi non ci sono
per voi
pausa di dolore,
senza inizio o fine
noi siamo quel che siamo.
A volte, morirei per te

Sophia

A Sofia mi sono perso,
ad Est di qui,
mi sono perso.
Un viaggio di routine,
l'infrasettimanale tour
di saggezze acquisite,
dietrologie in retrofront
cose che si sanno
ma che si dimenticano,
a volte:
eppur ci sono, mi ripeto.

Non mi trovo più,
mi ripeto,
se non nella patologia
spenta, sbollita,
di questo amore
che non trovo.
E m'è dolce, serenità
riammessa e quasi nuova,
il ritrovarmi in questo
pelago di insinuazioni,
sciocche ripetizioni,
ad Est di qui.

Friday 2 February 2007

Sofia, guarda la vita che vola via.

Tra bratte inquiete,
lavoratrici irrequiete
solipsistiche indegne
e fedeltà imprecise,

l'ore della notte
vengono e vanno
non più sicure
a tratti seducenti

quasi ancora non svanite
all'ostinarsi del primo Dio.
Ed il mio rincuorarmi
mi rinnova l'esser vivo.