Luci che si spengono,
dissolvenza in nero
un desiderio non compreso,
a suo modo immaginario
verso l'estate di zucchero filato blu.
Friday, 14 May 2010
Sunday, 27 December 2009
Come natale nel sangue
A dirotto, nel pieno del fiume
Soffici goccioline plumbee di memoria:
L'inverno che non sa e non può venire,
e noi flaccidi mercenari alla rivoluzione.
Monday, 17 August 2009
Wednesday, 29 July 2009
Tuesday, 30 June 2009
Camera matrimoniale
Una percentuale misera,
non fa un vero amante.
Crespelle di cuore, fegatini risorti,
l'eccitazione che mi fa vivere
è solo un soffio sui denti.
Wednesday, 10 June 2009
Caramelle
Non ci sono mai state albe
migliori di questa. Giro
insonne tra alberi di cartapesta,
sfogliando riviste fuori corso,
succhiando un biscotto che sa
delle tue caramelle di una volta.
Per strada incontro sempre
il tuo volto.
Tuesday, 9 June 2009
Di zucchero filato e polvere di stelle
Come amori mai nati, al solito
tormentati: ruvidi, sfibrati,
appendo luci di natale nell'armadio dei miei
dodici anni o pure meno,
intono litanie per figli che mai verranno,
confeziono pacchetti regalo per nipoti
che non conosceremo: tu ed io,
distanti qualche vita ancora;
e solo un indizio, che tengo per me,
scritto a mano - su zucchero filato.
Monday, 8 June 2009
Sarò il tuo Mont Ventoux
Sarò il tuo Mont Ventoux
avido, immobile, grumo di pietra
su strade che non sono
un gigante che reclama il passato:
di anfetamine moriremo,
in un torrido luglio.
Wednesday, 3 June 2009
Che ti serve.
Bruciacchiate
foglie in bosco tondo
di nuova tramontana
assorte, un lungo sonno
mai sopito.
Rimettimi a posto sul comò,
voglio dormire una vita in un minuto.
Wednesday, 13 May 2009
Come se non fosse stato mai
Al Milionario, tutti dicono di possedere
da qualche parte - chissà dove, poi,
se tra le natiche o i neuroni -
un cassetto della memoria.
Il mio, se mai sia mai esistito,
già è finito mangiato senza pietà
alcuna, da tempo rattrappito,
da tutti i tarli di questa età.
Tuesday, 7 April 2009
Come pioggia su strada
Come pioggia su strada
battente, tamburi d'autunno
sparso di latta ora tiepida,
si perde il tempo, refuso
di stampa a mano non scritta
saputa, in dramma sparso,
l'ora ventura che è già nota
s'ascrive a sè sola.
Ridicole vie scivolano da Bravetta
a Casetta Mattei, borgate sante
di chiese e campanili fallici
e qualche mignotta nella settimana
del Cristo rimorto: dove sono finiti
i preti tutti, a denti stretti un ghigno.
Thursday, 29 January 2009
Le ceneri di marzo
Dimmi
se sai come si fa
a replicare un funerale
quel tuo funerale
sole spento, nevi in rovina
marzo in bilico, le idi del pagliaccio
un prete comicarolo, triste intonaco da agro pontino
come si fa, se può dirsi
un funerale così,
futile,
con le pezze al culo.
se sai come si fa
a replicare un funerale
quel tuo funerale
sole spento, nevi in rovina
marzo in bilico, le idi del pagliaccio
un prete comicarolo, triste intonaco da agro pontino
come si fa, se può dirsi
un funerale così,
futile,
con le pezze al culo.
Wednesday, 25 June 2008
Sommergibili
La violenza è un sommergibile
che ho rovistato
nei miei tuffi dal basso,
in sporadiche cadenze,
in anni circoncisi.
Mi sono visto passare davanti
i miei vent'anni in un salotto,
Marco Pantani sul Galibier tra la neve,
gli aerei sulle torri,
lo spoglio delle urne truccate,
Genova degli anni dal catrame anneriti,
quando mio padre salutava i suoi primi ed unici 50.
E piangemmo. Senza forza, dal dentro,
in disparte, piangemmo.
che ho rovistato
nei miei tuffi dal basso,
in sporadiche cadenze,
in anni circoncisi.
Mi sono visto passare davanti
i miei vent'anni in un salotto,
Marco Pantani sul Galibier tra la neve,
gli aerei sulle torri,
lo spoglio delle urne truccate,
Genova degli anni dal catrame anneriti,
quando mio padre salutava i suoi primi ed unici 50.
E piangemmo. Senza forza, dal dentro,
in disparte, piangemmo.
Davvero
Io non so parlare alla gente,
non capisco di rivoluzioni,
non ho soldi in tasca per imborghesirmi.
Non so cambiare il colore dei capelli,
non so cosa vuol dire mangiare poco la sera,
Io non capisco di automobili.
Non so rovistare tra la spazzatura,
non so pisciare in piedi coi calzoncini corti,
Io non capisco di mostre d'arte.
Non so niente che non sia mio,
Non sono bravo a fare l'amore
Io non sono niente per davvero.
non capisco di rivoluzioni,
non ho soldi in tasca per imborghesirmi.
Non so cambiare il colore dei capelli,
non so cosa vuol dire mangiare poco la sera,
Io non capisco di automobili.
Non so rovistare tra la spazzatura,
non so pisciare in piedi coi calzoncini corti,
Io non capisco di mostre d'arte.
Non so niente che non sia mio,
Non sono bravo a fare l'amore
Io non sono niente per davvero.
Tuesday, 24 June 2008
Tangenziale, domenica
Come un poster di Accattone
sulle pensiline dei tram
a Centocelle o giù dalle vie scoscese di Primavalle,
i soliti lavavetri commerciano
ombrellini nel primo giorno d'estate, attendono una pioggia che non verrà;
Fari accesi,
alle nove di mattina ancora un Gin Tonic
alla fermata in tangenziale, caldo dei tropici,
siamo tutti in fondo dei marines azzoppati
senza un cazzo di Vietnam da ricordare.
E mi piacerebbe ritrovare questa normalità
smarrita, sconvolgermi per un amore nuovo,
finalmente ho una strada che porta in mare aperto:
e non ho più paura, nuoto.
sulle pensiline dei tram
a Centocelle o giù dalle vie scoscese di Primavalle,
i soliti lavavetri commerciano
ombrellini nel primo giorno d'estate, attendono una pioggia che non verrà;
Fari accesi,
alle nove di mattina ancora un Gin Tonic
alla fermata in tangenziale, caldo dei tropici,
siamo tutti in fondo dei marines azzoppati
senza un cazzo di Vietnam da ricordare.
E mi piacerebbe ritrovare questa normalità
smarrita, sconvolgermi per un amore nuovo,
finalmente ho una strada che porta in mare aperto:
e non ho più paura, nuoto.
Wednesday, 18 June 2008
Proteggimi dalla tua vagina
Proteggimi dalla tua vagina
Dai matrimoni,
E dai falsi testimoni della carne.
Proteggimi dalle luci colorate,
dalle feste paesane
e dai tiro al bersaglio.
Proteggimi dai manganelli,
dalle sentenze non scritte,
dai giudici senza giustizia.
Proteggimi dalle droghe,
dal fallimento di questi anni,
dalle canzoni d'amore.
Proteggimi dalla tua vagina,
dalla tua bocca sdentata,
dal tuo cuore tradito.
Dai matrimoni,
E dai falsi testimoni della carne.
Proteggimi dalle luci colorate,
dalle feste paesane
e dai tiro al bersaglio.
Proteggimi dai manganelli,
dalle sentenze non scritte,
dai giudici senza giustizia.
Proteggimi dalle droghe,
dal fallimento di questi anni,
dalle canzoni d'amore.
Proteggimi dalla tua vagina,
dalla tua bocca sdentata,
dal tuo cuore tradito.
Un passo indietro
Arterie che si occludono,
forse vene impazzite;
cervella che non captano più:
maestranze della medicina
assorte su di un lettino
escogitano cure per i miei pezzi,
ho una malattia e io lo so.
Sempre un passo o poco più
indietro
ho sentito l'odore della morte.
Mai avuto paura,
sempre reverenza,
omaggio.
Ogni volta, soltanto
un passo dietro di me:
la presenza della morte.
E osservo la vita come se il meglio fosse già smarrito,
altrove.
forse vene impazzite;
cervella che non captano più:
maestranze della medicina
assorte su di un lettino
escogitano cure per i miei pezzi,
ho una malattia e io lo so.
Sempre un passo o poco più
indietro
ho sentito l'odore della morte.
Mai avuto paura,
sempre reverenza,
omaggio.
Ogni volta, soltanto
un passo dietro di me:
la presenza della morte.
E osservo la vita come se il meglio fosse già smarrito,
altrove.
Saturday, 10 May 2008
Ultima spiaggia
siamo tutti un po' ballerini.
siamo tutti anche un po' musicisti.
siamo tutti sicuramente fotografi.
siamo a volte delle modelle di grido.
siamo quasi certamente dei videomaker.
siamo pure un po' attori, perché la recitazione è tutto.
siamo quelli che una volta erano metallari, poi punk, ora tech house.
siamo dj.
siamo quelli che l'immagine è tutto.
siamo dei figli di papà anarcopunx.
siamo quelli del mutuo sociale.
siamo a volte di destra, a volte di sinistra, qualche volta ce ne fottiamo.
siamo quelli del G8 a Genova.
siamo quelli che i movimenti una volta erano tutto.
siamo sempre quasi laureati.
siamo quelli che una volta quando c'era Lui, i treni saltavano in aria in orario.
siamo quelli che è tutto una merda ma a votare non ci andiamo perché tanto non cambierà mai nulla.
siamo tutti un bel cazzo, di quelli esangui.
siamo tutti anche un po' musicisti.
siamo tutti sicuramente fotografi.
siamo a volte delle modelle di grido.
siamo quasi certamente dei videomaker.
siamo pure un po' attori, perché la recitazione è tutto.
siamo quelli che una volta erano metallari, poi punk, ora tech house.
siamo dj.
siamo quelli che l'immagine è tutto.
siamo dei figli di papà anarcopunx.
siamo quelli del mutuo sociale.
siamo a volte di destra, a volte di sinistra, qualche volta ce ne fottiamo.
siamo quelli del G8 a Genova.
siamo quelli che i movimenti una volta erano tutto.
siamo sempre quasi laureati.
siamo quelli che una volta quando c'era Lui, i treni saltavano in aria in orario.
siamo quelli che è tutto una merda ma a votare non ci andiamo perché tanto non cambierà mai nulla.
siamo tutti un bel cazzo, di quelli esangui.
Tuesday, 8 April 2008
Di nuovo, accade
E' possibile
che mi stia
di nuovo
innamorando:
troppo tempo
alle spalle
che un corpo negato
mi rintrona
le membra. E cuore
stolto di rabbie,
incisioni insolenti,
chè d'una disperazione
vitale le ore notturne
sono di nuovo colme.
che mi stia
di nuovo
innamorando:
troppo tempo
alle spalle
che un corpo negato
mi rintrona
le membra. E cuore
stolto di rabbie,
incisioni insolenti,
chè d'una disperazione
vitale le ore notturne
sono di nuovo colme.
Sunday, 6 April 2008
Saturday, 15 March 2008
Torniamo polvere!
Da seme a polvere,
fuoco nel fuoco
atto d'amore
che non so tradire.
Così distante il giorno,
ali di fisarmonica,
farfalla che canta
un fetido addio.
Come una febbre
da cui non ci risveglieremo più
Papà,
Il nostro Lungo Addio
è solo l'ìnizio.
E la vita è ancora un dono.
fuoco nel fuoco
atto d'amore
che non so tradire.
Così distante il giorno,
ali di fisarmonica,
farfalla che canta
un fetido addio.
Come una febbre
da cui non ci risveglieremo più
Papà,
Il nostro Lungo Addio
è solo l'ìnizio.
E la vita è ancora un dono.
Sunday, 9 March 2008
Monday, 25 February 2008
Non scriverò mai più
Non scriverò mai più un romanzo. Carta straccia. Ho tentato e ritentato. Anni di attese. Preparazioni. Schemi, intarsi. Idee appese a tre strati di carta igienica. Posate di plastica come bacchette magiche. Fogli di carta sprecati ovunque in attesa di uno scarabocchio. Appunti confusi. Distrazioni troppe. Documenti d'ogni tipo, ispirazioni poche ma buone: a rischio d'emulazione. Tra il fare e tutto il resto, io ho scelto quel che rimane del resto. Aspettare, attendere. Prepararsi all'attesa: scrivere, elaborare il lutto di sè. Come eiaculazione fatta bene, una scopata come cristo comanda. Ogni cosa a suo tempo. Ogni volta è una nuova volta. Attendere e scoprirsi, prepararsi al superamento, soluzione. Blocco dal fare, come rigido sull'azione che porta a compimento, elezione di umanità. No, non scriverò mai più.
Wednesday, 13 February 2008
Forse le persone come noi non possono amare
Cose meravigliose e splendide
che possono accadere
accadono
quello che deve accadare
accade
Cose molto più splendide
e meraviglia, incanto,
la luce d'insegne
talvolta intellegibili
numeri
nomi
quello che sfugge
quello che non c'è
quello che non c'è
vado via perché devo andare
perché voglio andare
vado via
ciò che deve accadere
accade
[la vita è una cosa meravigliosa.]
che possono accadere
accadono
quello che deve accadare
accade
Cose molto più splendide
e meraviglia, incanto,
la luce d'insegne
talvolta intellegibili
numeri
nomi
quello che sfugge
quello che non c'è
quello che non c'è
vado via perché devo andare
perché voglio andare
vado via
ciò che deve accadere
accade
[la vita è una cosa meravigliosa.]
Sunday, 10 February 2008
Tuesday, 5 February 2008
Ti ho trovato!
Bambina, ti ho visto scrivere cose
graziosa nei tuoi 18,
non ancora donna, da poco non più
bambina. E dov'eravamo
io e te, quattro anni fa
se non distanti, forse a stento
sfiorati per errore? Ci unisce
il tempo, ed un caso
inatteso: ci attrae e ci ritrae,
tra le pieghe del tempo
questo curioso sentimento
che mai, io credo, si scioglierà
in altro che pallida delusione,
che Dio ci benedica:
ho tra un mese 27 anni, in verità
quasi quanto ho desiderato vivere.
graziosa nei tuoi 18,
non ancora donna, da poco non più
bambina. E dov'eravamo
io e te, quattro anni fa
se non distanti, forse a stento
sfiorati per errore? Ci unisce
il tempo, ed un caso
inatteso: ci attrae e ci ritrae,
tra le pieghe del tempo
questo curioso sentimento
che mai, io credo, si scioglierà
in altro che pallida delusione,
che Dio ci benedica:
ho tra un mese 27 anni, in verità
quasi quanto ho desiderato vivere.
Sunday, 6 January 2008
DM 3
Ci sedemmo tutti dalla parte del torto,
Papà,
perché gli altri posti erano già tutti occupati,
Papà.
Migliore è quando non puoi dirlo,
Papà.
Migliore è quando sai dirlo,
Papà.
Papà,
perché gli altri posti erano già tutti occupati,
Papà.
Migliore è quando non puoi dirlo,
Papà.
Migliore è quando sai dirlo,
Papà.
Friday, 4 January 2008
Buongiorno Amore.
Un ragazzino di merda
ricalca a più riprese
tali sue fortune impresse
nel tempo
per puro privilegio d'anagrafe.
La vecchietà s'addolcisce con un torroncino smangiato,
l'ore dopo l'ultima festa.
Ed è sempre un buon giorno.
ricalca a più riprese
tali sue fortune impresse
nel tempo
per puro privilegio d'anagrafe.
La vecchietà s'addolcisce con un torroncino smangiato,
l'ore dopo l'ultima festa.
Ed è sempre un buon giorno.
Monday, 31 December 2007
In solitudine
Come se non ci fosse un domani
m'arrabbatto in fetide circostanze
luride assenze che non trovo
l'età mia già avanti malgrado
cose che non dico, volutamente
ardito nel fare e non fare
da sè il meno possibile
contrariamente già sbiadito.
Assumo innumerose capsule
per ricordarmi chi sono
stato nel mio deriso
ambiente infame irriso.
Ciondolo verso un domani
che io più non so.
m'arrabbatto in fetide circostanze
luride assenze che non trovo
l'età mia già avanti malgrado
cose che non dico, volutamente
ardito nel fare e non fare
da sè il meno possibile
contrariamente già sbiadito.
Assumo innumerose capsule
per ricordarmi chi sono
stato nel mio deriso
ambiente infame irriso.
Ciondolo verso un domani
che io più non so.
Wednesday, 26 December 2007
Svelto/Divelto
Riavvolgimenti
ed istantanee del giorno che muore
epifanie carnali prossimoventure
il dì della festa è già addietro,
le lugubri stanze, talune revocate,
già scalpitano d'anni venturi,
crepitando dolci attese
di feti non nati, divelti.
Sconvolgimenti
pellicole in ferocità
che dentro/fuori m'intossicano
memorie del giorno rinato
le ispide istanze, di nuovo qui,
rincorrono magi neri,
speculando pavide rese
di amori non morti, svelti.
ed istantanee del giorno che muore
epifanie carnali prossimoventure
il dì della festa è già addietro,
le lugubri stanze, talune revocate,
già scalpitano d'anni venturi,
crepitando dolci attese
di feti non nati, divelti.
Sconvolgimenti
pellicole in ferocità
che dentro/fuori m'intossicano
memorie del giorno rinato
le ispide istanze, di nuovo qui,
rincorrono magi neri,
speculando pavide rese
di amori non morti, svelti.
Prototipo per lesbiche di ritorno
Io non mi ricordo
non mi ricordo che
ricordo cose che
cose non ricordo
o forse no
non è mai stato facile
no non lo è
non lo è mai stato
no non lo è stato
facile no
ed io mi ricordo
a mala pena ricordo che
eri bellissima
proprio
bellissima.
non mi ricordo che
ricordo cose che
cose non ricordo
o forse no
non è mai stato facile
no non lo è
non lo è mai stato
no non lo è stato
facile no
ed io mi ricordo
a mala pena ricordo che
eri bellissima
proprio
bellissima.
Tuesday, 25 December 2007
Un anno fa, scrivevo
Io sto bene, sono felice d'esserci,
di sentirmi vivo
amare il prossimo mio
come fosse sempre il giorno della Festa.
Fare di mezzo, mezzo
Felicitarmi il doppio, dividendo il mio con l'altro
Godere del nostro, perché è mio.
Gli Altri, quelli che sono non ora, non qui, ci penserà la Storia
a cancellarli.
Voi che non sapete altro che dire male
Voi che oltre il turpe e lo sterco dei vostri sessi sdentati
non sapete vedere
Voi che Dio non avete al di fuori delle vostre strane case
Voi che la memoria saprà orrendamente spazzarvi via, non importa come
Voi non dimorate qui, in nessun luogo
Voi che siete sempre stati dalla parte sbagliata,
Voi che non conoscete altro che la punta del vostro cazzo, imbelle
Voi che la vagina avete ripiena di odio e paura, supina
Voi che nella carne avete scelto l'onta, arricchita
Voi, voi.
La Storia vi ha già cancellato, dimentichi d'esser Qui
I vostri morti, e quelli che ancora devono esser nati
vi piangeranno.
Amatevi!
di sentirmi vivo
amare il prossimo mio
come fosse sempre il giorno della Festa.
Fare di mezzo, mezzo
Felicitarmi il doppio, dividendo il mio con l'altro
Godere del nostro, perché è mio.
Gli Altri, quelli che sono non ora, non qui, ci penserà la Storia
a cancellarli.
Voi che non sapete altro che dire male
Voi che oltre il turpe e lo sterco dei vostri sessi sdentati
non sapete vedere
Voi che Dio non avete al di fuori delle vostre strane case
Voi che la memoria saprà orrendamente spazzarvi via, non importa come
Voi non dimorate qui, in nessun luogo
Voi che siete sempre stati dalla parte sbagliata,
Voi che non conoscete altro che la punta del vostro cazzo, imbelle
Voi che la vagina avete ripiena di odio e paura, supina
Voi che nella carne avete scelto l'onta, arricchita
Voi, voi.
La Storia vi ha già cancellato, dimentichi d'esser Qui
I vostri morti, e quelli che ancora devono esser nati
vi piangeranno.
Amatevi!
Il Natale del Male
Cerco sdoppiamenti
rancori, accoppiamenti
sciatti randagi
equivoci magi:
rime del cazzo
e una fica nel piatto.
rancori, accoppiamenti
sciatti randagi
equivoci magi:
rime del cazzo
e una fica nel piatto.
Saturday, 3 November 2007
Persone per bene.
Persona non grata.
Ai margini della coscienza,
un urlo di stizza,
abbiamo sempre paura
anche di venire al mondo.
Noi contro voi,
persone per bene
contro gli straccioni
d'un mondo infame
così lontano, così vicino.
Casa mia non si dice.
Siamo tutti ospiti,
in gloria alla Creazione
ma vaglielo a spiegare,
ora che la tigre è di nuovo qui
e qualcuno la cavalcherà.
Ai margini della coscienza,
un urlo di stizza,
abbiamo sempre paura
anche di venire al mondo.
Noi contro voi,
persone per bene
contro gli straccioni
d'un mondo infame
così lontano, così vicino.
Casa mia non si dice.
Siamo tutti ospiti,
in gloria alla Creazione
ma vaglielo a spiegare,
ora che la tigre è di nuovo qui
e qualcuno la cavalcherà.
Thursday, 18 October 2007
Scuole Primarie
Come pallide mosche sul miele,
cespi d’orchiti bizzarre
veneri ricolme di fiele
e stanchezza tarda a passare.
Scivolano via, cartelle
e sigle, foto smunte,
pax informali, genuflessioni argute
che della dolce vita ormai
il tempo è smarrito.
Come sciami di vecchi comunisti
a farsi la guerra lassù sui monti
il prete nemico o monaco ubbidiente
rudi impiccagioni che non saprei dire
riavvolgo: l’ore dolci della scelta.
E poi, e poi: succhi gastrici
d’eredità sbiadita, ruderi
insaccati cagionevoli istrici
vecchie guardie felloni.
Ciao, Walter con la W: sere
d’Africa sono un po’ più
preziose che mai.
cespi d’orchiti bizzarre
veneri ricolme di fiele
e stanchezza tarda a passare.
Scivolano via, cartelle
e sigle, foto smunte,
pax informali, genuflessioni argute
che della dolce vita ormai
il tempo è smarrito.
Come sciami di vecchi comunisti
a farsi la guerra lassù sui monti
il prete nemico o monaco ubbidiente
rudi impiccagioni che non saprei dire
riavvolgo: l’ore dolci della scelta.
E poi, e poi: succhi gastrici
d’eredità sbiadita, ruderi
insaccati cagionevoli istrici
vecchie guardie felloni.
Ciao, Walter con la W: sere
d’Africa sono un po’ più
preziose che mai.
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Tuesday, 2 October 2007
Pasto vuoto
A cena col morto,
s'impietosisce il canto.
Remore del conto,
riarmo, seccato, l'orto.
Come cenare da soli
vuote stanze
fievoli emozioni
che morire sul nascere
più non possono.
Ho un cazzo che mi tira
e ventisei anni da buttare nel cesso.
s'impietosisce il canto.
Remore del conto,
riarmo, seccato, l'orto.
Come cenare da soli
vuote stanze
fievoli emozioni
che morire sul nascere
più non possono.
Ho un cazzo che mi tira
e ventisei anni da buttare nel cesso.
Wednesday, 26 September 2007
Torno qui
Scrivere ho dimenticato,
guardarmi dal soffitto
come camminare a testa in su
sulle spalle ho un greppio di madido sudore,
alibi feroce
libagione afflitta.
Quasi alla fine del mio tempo
Mi scopro non più umano
nè uomo
volto ad un domani che già vecchio
è per me.
guardarmi dal soffitto
come camminare a testa in su
sulle spalle ho un greppio di madido sudore,
alibi feroce
libagione afflitta.
Quasi alla fine del mio tempo
Mi scopro non più umano
nè uomo
volto ad un domani che già vecchio
è per me.
Thursday, 23 August 2007
lupo sarai che sbrana
Alle prime luci del giorno nuovo
umidità apparente
cala l'onta
del secco sbadiglio
su di me.
Abbaio fosse biologiche
destinazioni d'ossa
ormai in disuso
cristiche membra
dal residuo tasso, disinteresse.
Lupo, lupo sarai che sbrana
orrendi occhi
non più vedono.
umidità apparente
cala l'onta
del secco sbadiglio
su di me.
Abbaio fosse biologiche
destinazioni d'ossa
ormai in disuso
cristiche membra
dal residuo tasso, disinteresse.
Lupo, lupo sarai che sbrana
orrendi occhi
non più vedono.
Tuesday, 7 August 2007
Parlarmi addosso.
Cago, piscio, eiaculo nella mano destra.
Non ci sono fantasie
che non spengano al mattino
ogni chiara peste vestita.
Solo.
Solo tu sarai solo;
il tuo nome è anarchia.
Non ci sono fantasie
che non spengano al mattino
ogni chiara peste vestita.
Solo.
Solo tu sarai solo;
il tuo nome è anarchia.
Monday, 6 August 2007
Il mostro
Ah! Risate.
Ti stagli come un cane in rabbia
su ogni carne in movimento
blando divenire, smunto dell'ego
irrimediabilmente afflito,
osservi il mondo con occhio lineare,
e giri: giri in piroette nauseabonde
che ti perdono un po', ti riannullano.
E solo.
Solo tu sei, mostro dentro
in cuor tuo inavvicinabile
e paura: paura tu sei,
incidbile al cuore,
ogni cosa del mondo
è paura e pellaccia irta
pronta al pericolo,
sempre in difesa di sè,
conservativa autodafè.
Amore non conosci.
Ti stagli come un cane in rabbia
su ogni carne in movimento
blando divenire, smunto dell'ego
irrimediabilmente afflito,
osservi il mondo con occhio lineare,
e giri: giri in piroette nauseabonde
che ti perdono un po', ti riannullano.
E solo.
Solo tu sei, mostro dentro
in cuor tuo inavvicinabile
e paura: paura tu sei,
incidbile al cuore,
ogni cosa del mondo
è paura e pellaccia irta
pronta al pericolo,
sempre in difesa di sè,
conservativa autodafè.
Amore non conosci.
Tuesday, 31 July 2007
Ah! L'Equipe...
Ci siamo e ci risiamo.
Gonzo style, occhiale patinato
fiocchi di sabbia fra le righe
unte le guance, le labbra secche
la voce fila via.
M'affanno per correre davanti al televisore
laconico divenire,
seguo passo passo
ruote lenticolari che s'apprestano
ad un mesto non-più-ritorno.
Storie di doppia cittadinanza
e di giustizia pilatesca.
Pirati del mare,
a zonzo in un bicchiere d'acqua sporca:
ed io sotto acido, torso sbilenco,
che del caldo torrido
ho deciso di crepare.
Gonzo style, occhiale patinato
fiocchi di sabbia fra le righe
unte le guance, le labbra secche
la voce fila via.
M'affanno per correre davanti al televisore
laconico divenire,
seguo passo passo
ruote lenticolari che s'apprestano
ad un mesto non-più-ritorno.
Storie di doppia cittadinanza
e di giustizia pilatesca.
Pirati del mare,
a zonzo in un bicchiere d'acqua sporca:
ed io sotto acido, torso sbilenco,
che del caldo torrido
ho deciso di crepare.
Saturday, 14 July 2007
Le Tour
Il Tour è più reale del mio sangue contraffatto,
ora che m'annoio, in pomeriggi di tedio caldansioso,
l'orrore della guerra è quasi un simpatico bluff
d'innocenza scremata,
in sospeso ambita:
forse siamo tutti un po' dopati.
Colpiscimi sul coccige, insisto:
biascicherò schiavo nel mentre,
di codeina afflitto,
su un Mont Ventoux rapace d'anfetamine.
ora che m'annoio, in pomeriggi di tedio caldansioso,
l'orrore della guerra è quasi un simpatico bluff
d'innocenza scremata,
in sospeso ambita:
forse siamo tutti un po' dopati.
Colpiscimi sul coccige, insisto:
biascicherò schiavo nel mentre,
di codeina afflitto,
su un Mont Ventoux rapace d'anfetamine.
Wednesday, 11 July 2007
col Kaiser!
E parla.
Di' qualcosa, scimmione.
Quanto mi stavi sul cazzo
quando sembri un cristo
e come godevo quando prendevi
schiaffoni qua e là.
Ma oggi, Kaiser Jan,
sei poco più di un fantasma informe
tornato alla sua anonimia
di figlio della DDR.
E ti sono vicino.
Di' qualcosa, scimmione.
Quanto mi stavi sul cazzo
quando sembri un cristo
e come godevo quando prendevi
schiaffoni qua e là.
Ma oggi, Kaiser Jan,
sei poco più di un fantasma informe
tornato alla sua anonimia
di figlio della DDR.
E ti sono vicino.
Non un blog
Non sono Beppe Grillo,
Luca Sofri,
Ivan Scalfarotto,
e neanche Piero Ricca,
ma no.
Raccolgo materia autoreferenziale,
chicchi di riso
per una dieta all'ingrasso
di un ego
che non trovo.
Luca Sofri,
Ivan Scalfarotto,
e neanche Piero Ricca,
ma no.
Raccolgo materia autoreferenziale,
chicchi di riso
per una dieta all'ingrasso
di un ego
che non trovo.
Tuesday, 3 July 2007
Torneremo grandi
Caotica disinformazione.
Drappelli d'omuncoli allo sbando,
oscurantismo di ritorno,
ciurme d'avventurieri da lungi assolti
nella loro funzione istituzionale.
Volevo cambiarmi il sangue,
non mi sentivo in forma,
quel giorno lì.
Ma torneremo grandi.
Drappelli d'omuncoli allo sbando,
oscurantismo di ritorno,
ciurme d'avventurieri da lungi assolti
nella loro funzione istituzionale.
Volevo cambiarmi il sangue,
non mi sentivo in forma,
quel giorno lì.
Ma torneremo grandi.
Thursday, 28 June 2007
Friday, 22 June 2007
sindacati deragliano
all'orlo della sera,
cuore in piscina,
fondale spento;
di premure inadatte
e rissose insegne
che l'animosa rivolta
ha già sbiadiato
ritornano i vecchi tempi andati:
lo sciupato glissando
è storia giovane.
cuore in piscina,
fondale spento;
di premure inadatte
e rissose insegne
che l'animosa rivolta
ha già sbiadiato
ritornano i vecchi tempi andati:
lo sciupato glissando
è storia giovane.
Wednesday, 30 May 2007
Mi rubi la mattina
No, non sta bene.
Ti cerco e mi ravvedo;
da poco riarso
l'uso comune che si riordina
l'atrio nevralgico
che mi riannoda.
Dove sei finito
Mio Signore,
ora che non ti cerco,
mi sembra di non averti
mai intravisto,
intimisto.
Ti cerco e mi ravvedo;
da poco riarso
l'uso comune che si riordina
l'atrio nevralgico
che mi riannoda.
Dove sei finito
Mio Signore,
ora che non ti cerco,
mi sembra di non averti
mai intravisto,
intimisto.
Monday, 28 May 2007
Pieno come un uovo
La differenza è nelle piccole cose,
cose piccole,
ròse.
Alla tv si affaccendano atleti
stanchi nella loro giovane anagrafe;
io mi ritraggo,
panciotto pieno,
rinasco stanco
ogni mio giorno.
cose piccole,
ròse.
Alla tv si affaccendano atleti
stanchi nella loro giovane anagrafe;
io mi ritraggo,
panciotto pieno,
rinasco stanco
ogni mio giorno.
E insomma, lo hai rifatto!!!
Sì, telefono muto, ancora.
Sempre, circolando in fumi già noti
che sbuffi, sapendo.
E insomma, sei sempre la solita stronza!
Schiava della tua vagina,
chioma non più vergine,
l'occhio vitreo di giovani richieste
e sai che ti dico? ho pena
dei tuoi amori tristi.
E sei nuova mesta nel tuo scaltro divenire.
Sempre, circolando in fumi già noti
che sbuffi, sapendo.
E insomma, sei sempre la solita stronza!
Schiava della tua vagina,
chioma non più vergine,
l'occhio vitreo di giovani richieste
e sai che ti dico? ho pena
dei tuoi amori tristi.
E sei nuova mesta nel tuo scaltro divenire.
Tuesday, 15 May 2007
Ciao, Ivan
Ci ritroveremo soli,
un giorno
a questionare di corse
mai partite,
idee che non avevamo
e che oggi sono necessità,
sguardi increduli
matrimoni falliti
in sogno, osteggiati
da madri che non conosco,
soli: mai più.
Tornerai, saremo qui
ad attenderti,
un po' più vecchi,
la solita stronza vita
e che vita.
un giorno
a questionare di corse
mai partite,
idee che non avevamo
e che oggi sono necessità,
sguardi increduli
matrimoni falliti
in sogno, osteggiati
da madri che non conosco,
soli: mai più.
Tornerai, saremo qui
ad attenderti,
un po' più vecchi,
la solita stronza vita
e che vita.
Saturday, 12 May 2007
Giro
Ruote già ferme
in partenza,
l'ultima ora dell'ipocondria
è già tesa.
E ritorno bambino
anni di piombo e brufoli,
pomerdiana noia
su note striminzite
ed Alpi distanti,
nessun affetto in vista,
heavy metal a tutto tondo,
che noia.
La corsa rosa,
l'attendo tutto l'anno
ed ora è qui.
in partenza,
l'ultima ora dell'ipocondria
è già tesa.
E ritorno bambino
anni di piombo e brufoli,
pomerdiana noia
su note striminzite
ed Alpi distanti,
nessun affetto in vista,
heavy metal a tutto tondo,
che noia.
La corsa rosa,
l'attendo tutto l'anno
ed ora è qui.
Introspezionato
Telefono muto,
noi rimarremo atoni,
inquieti.
Come dal mare insabbiati
reduci
sollazzo di gonadi
che la vita è carosello
di mammelle vitree
e sordide cicatrici.
Amandoti, ma a fatica
la tua voce è transitoria.
noi rimarremo atoni,
inquieti.
Come dal mare insabbiati
reduci
sollazzo di gonadi
che la vita è carosello
di mammelle vitree
e sordide cicatrici.
Amandoti, ma a fatica
la tua voce è transitoria.
Pascolare invidie, assumere sostentamenti
La luna storta,
emozionalità laddove cuore non più scalda,
orrore che tradisco
l'efferato alimentarmi di me e stop.
Cosa racconterò ai posteri,
l'odorosa sentenza,
l'immane semenza
di ghigni rifatti,
membra socchiuse, indicibili questioni
che non so,
ignava sciocca linda vagina sdentata.
Le ore
sono piccole, talvolta moribonde
in muffa blanda
quasi mai vive:
e m'ammortizzo in un cuscino sbavato
dell'ultimo malsonno.
emozionalità laddove cuore non più scalda,
orrore che tradisco
l'efferato alimentarmi di me e stop.
Cosa racconterò ai posteri,
l'odorosa sentenza,
l'immane semenza
di ghigni rifatti,
membra socchiuse, indicibili questioni
che non so,
ignava sciocca linda vagina sdentata.
Le ore
sono piccole, talvolta moribonde
in muffa blanda
quasi mai vive:
e m'ammortizzo in un cuscino sbavato
dell'ultimo malsonno.
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Friday, 11 May 2007
sudicio eretto
Esigo, esatto.
L'ora che non rammendo,
iniquo scrosciarmi addosso
Stelle non più vicine,
In cancro la stella del mattino
Alla sera siamo già sfiniti.
Dolore che non si possa udire.
L'ora che non rammendo,
iniquo scrosciarmi addosso
Stelle non più vicine,
In cancro la stella del mattino
Alla sera siamo già sfiniti.
Dolore che non si possa udire.
Saturday, 5 May 2007
Amore impossibile (non chiedermi)
Recuperare crediti emozionali,
quel che mi compete
della nuova ora è già spesso,
lorda la chioma del nuovo sentire
placido l'amore che mi chiedi, impossibile.
Di toro il cielo,
Congiunzioni astrali che non apprezzo,
quadrature meste in coordinate lattee
e pianeti che minacciano dissenteria affettiva.
Eppure lo so ci saremmo amati come altri, non noi,
altrove
altrotempo
chissà.
quel che mi compete
della nuova ora è già spesso,
lorda la chioma del nuovo sentire
placido l'amore che mi chiedi, impossibile.
Di toro il cielo,
Congiunzioni astrali che non apprezzo,
quadrature meste in coordinate lattee
e pianeti che minacciano dissenteria affettiva.
Eppure lo so ci saremmo amati come altri, non noi,
altrove
altrotempo
chissà.
Pizzicotto lieve
Rissoso sentire,
a malincuore
l'ultima estate
prima del lungo addio
sommesso, mi sperdo
assolute membra
in cerca di un mio non so.
Come prevenire
un cancro alle ossa
rieducata animazione
dell'aorta che sazio
molecole che imbavaglio
e carte astrali che disconosco.
Sono merda!
Le deiezioni salvifiche
m'importano meno che mai;
ora sono un po' più
lieve di prima.
Mi sveglio con un pizzicotto.
a malincuore
l'ultima estate
prima del lungo addio
sommesso, mi sperdo
assolute membra
in cerca di un mio non so.
Come prevenire
un cancro alle ossa
rieducata animazione
dell'aorta che sazio
molecole che imbavaglio
e carte astrali che disconosco.
Sono merda!
Le deiezioni salvifiche
m'importano meno che mai;
ora sono un po' più
lieve di prima.
Mi sveglio con un pizzicotto.
Saturday, 21 April 2007
Non ti vedo, non ti conosco (la nascita del Partito Democratico)
Democrazie in partenza
come all'ultima spiaggia
chè dopo tanti anni
la pietà s'è già scioccata
e riarmata di normalità,
casta blanda umanità.
Vagoni d'uomini privati
nell'orgoglio mesti
grondanti eiaculazioni rissose,
l'alba di un giorno
ancora incerto,
chiarore che non vedo.
Fratelli che con una carezza,
di Giuda ballerino il candore,
salutano il passato
e la Storia
di quando si era
Compagni
di vita e l'Idea,
ancor prima che uomini
per così dire liberi.
E di colpo la Storia non s'è fatta,
quei desideri insoluti,
la speranza nel futuro,
svaniti, implosi, diluiti
in un non so dove.
Piero, non raccontar bugie:
la tua Storia è agli sgoccioli
e con te e con noi,
l'Idea che ci aveva mosso
e spinto qui;
sconfitti dalla Storia
degli Altri,
sdentati e violati,
primi ed ultimi del secolo strano,
dove eravamo finiti
quando scrivevano gli anni a venire,
quegli Altri?
come all'ultima spiaggia
chè dopo tanti anni
la pietà s'è già scioccata
e riarmata di normalità,
casta blanda umanità.
Vagoni d'uomini privati
nell'orgoglio mesti
grondanti eiaculazioni rissose,
l'alba di un giorno
ancora incerto,
chiarore che non vedo.
Fratelli che con una carezza,
di Giuda ballerino il candore,
salutano il passato
e la Storia
di quando si era
Compagni
di vita e l'Idea,
ancor prima che uomini
per così dire liberi.
E di colpo la Storia non s'è fatta,
quei desideri insoluti,
la speranza nel futuro,
svaniti, implosi, diluiti
in un non so dove.
Piero, non raccontar bugie:
la tua Storia è agli sgoccioli
e con te e con noi,
l'Idea che ci aveva mosso
e spinto qui;
sconfitti dalla Storia
degli Altri,
sdentati e violati,
primi ed ultimi del secolo strano,
dove eravamo finiti
quando scrivevano gli anni a venire,
quegli Altri?
Friday, 20 April 2007
Sì, ho sonno
La notte, anche questa notte,
mi riempie la capa monda
di serie di numeri rimorti
ancora con voce soffice in appendice;
senza più gioire
mi stordisco
ed io non so più
sapere.
Dormire non posso,
ho tele da dipingere,
musiche da fermare,
parole che non scrivo
ma proverò a ricordare,
numeri che mi ingannano: bastardi.
Esplode quel che dovrebbe
rendermi pace, talvolta,
e non v'è dimora per questa estranea
inquietudine.
mi riempie la capa monda
di serie di numeri rimorti
ancora con voce soffice in appendice;
senza più gioire
mi stordisco
ed io non so più
sapere.
Dormire non posso,
ho tele da dipingere,
musiche da fermare,
parole che non scrivo
ma proverò a ricordare,
numeri che mi ingannano: bastardi.
Esplode quel che dovrebbe
rendermi pace, talvolta,
e non v'è dimora per questa estranea
inquietudine.
Apprezzo il silenzio
Ha prezzo, il silenzio.
Dolce curarmi di ferite
che non supporto più,
tedio meticoloso
che di lenta suppurazione
s'è da molli giorni e settimane in corsa
rappreso e ravvilito.
Come apprezzo, chi tace:
sempre mio,
solo mio,
l'ultimo question mark
che socchiude
all'assenza di significanti
per uomini antediluviani,
pagliacci neocontestatari
che hanno perso di vista
il calendario corrente.
E mi ritrovo più moderno dei moderni.
Dolce curarmi di ferite
che non supporto più,
tedio meticoloso
che di lenta suppurazione
s'è da molli giorni e settimane in corsa
rappreso e ravvilito.
Come apprezzo, chi tace:
sempre mio,
solo mio,
l'ultimo question mark
che socchiude
all'assenza di significanti
per uomini antediluviani,
pagliacci neocontestatari
che hanno perso di vista
il calendario corrente.
E mi ritrovo più moderno dei moderni.
Friday, 23 March 2007
Shabd yoga in the milky way
Ventitre. Alba della primavera
che non sa più venire.
Ricorrere o rincorrere,
le date sul calendario
centrifuga di emozionalità,
circolarità improvvisa,
stagioni caduche
nel momento stesso d'esserci.
E noi siamo ancor più vecchi
in cuore
che nelle ossa.
che non sa più venire.
Ricorrere o rincorrere,
le date sul calendario
centrifuga di emozionalità,
circolarità improvvisa,
stagioni caduche
nel momento stesso d'esserci.
E noi siamo ancor più vecchi
in cuore
che nelle ossa.
Monday, 12 March 2007
Alba, Italia
Cose indicibili
spettinature mai viste
e davvero indigeste,
in fondo agre in cuor suo
l'umido giorno nuovo.
Sono quasi venti
sei
e la mia vita
ha preso a suo modo
una via.
spettinature mai viste
e davvero indigeste,
in fondo agre in cuor suo
l'umido giorno nuovo.
Sono quasi venti
sei
e la mia vita
ha preso a suo modo
una via.
Saturday, 10 March 2007
No, non è possibile
Premesso che:
sono in un blocco creativo ma non troppo che mi astiene dal prendere parola se non richiesto;
ho problemi di mero connettivismo (meno punti di accesso alla rete del solito, che forse è un bene, visto che già mi sto abituando all'idea di disintossicarmi seriamente);
sto scrivendo altrove, un qualcosa che somiglia ad un racconto, forse;
premesso quanto di cui sopra, con orgoglio annuncio il mio
nuovo
STATO
(di agitazione)
...
Chiaro?
Quando ti vedo, non ti vedo. Non ci sei, non ti cerco, e quando ci sei, non ti cerco ugualmente: trasparente, ormai, più di prima, come prima il prima, quando è dopo il mio dopo. Ora.
Pisciare, estrarre sangue a scopo elucubrativo. Mi spengo come radio accesa al volgere del sonno. Radiosveglia, in punta bizzarra di caustica frattaglia di cuore e stomaco, sesso di donna fertile.
Mi disintossico, per un po', sperando di ritrovare quel qualcosa che si è perso: qualcosa, si è perso.
sono in un blocco creativo ma non troppo che mi astiene dal prendere parola se non richiesto;
ho problemi di mero connettivismo (meno punti di accesso alla rete del solito, che forse è un bene, visto che già mi sto abituando all'idea di disintossicarmi seriamente);
sto scrivendo altrove, un qualcosa che somiglia ad un racconto, forse;
premesso quanto di cui sopra, con orgoglio annuncio il mio
nuovo
STATO
(di agitazione)
...
Chiaro?
Quando ti vedo, non ti vedo. Non ci sei, non ti cerco, e quando ci sei, non ti cerco ugualmente: trasparente, ormai, più di prima, come prima il prima, quando è dopo il mio dopo. Ora.
Pisciare, estrarre sangue a scopo elucubrativo. Mi spengo come radio accesa al volgere del sonno. Radiosveglia, in punta bizzarra di caustica frattaglia di cuore e stomaco, sesso di donna fertile.
Mi disintossico, per un po', sperando di ritrovare quel qualcosa che si è perso: qualcosa, si è perso.
Saturday, 3 March 2007
Segnali in fumo
Accordi secchi e tesi, segnalano il mio ritorno
al caro vecchio stanco letto,
sempre troppo tardi
è sempre troppo tardi.
Mi recido da me,
mi autoammonisco
giacchè l'ora è prossima
de l'Ante Cristi.
Non sarà poi così tardi
se l'epoca in cui vivo
ci permette ancora di ritardare
questo insano, ossequioso
fuoritempo criptico esistenziale,
esiziale,
interinale.
Contratto di formazione
non lo voglio più,
accudiscimi come fossi tua figlia femmina,
l'origine della tua vecchiaia,
la fine dei tuoi giorni fai-da-te,
in cui facevi e pensavi per te sola.
Contatto di formazione,
come formare una squadra
per giocare alla vita,
ri-fare la vita,
rieleggerla a priorità?
Sto diventando dipendente,
mi stanno assumendo
eppure sono io che assumo
dipendo
pendo
m'appendo
e mi stendo.
In fumo, del fumo
al fuoco, in fuoco.
Sono come sono
prendimi così
se vuoi
e portami via.
al caro vecchio stanco letto,
sempre troppo tardi
è sempre troppo tardi.
Mi recido da me,
mi autoammonisco
giacchè l'ora è prossima
de l'Ante Cristi.
Non sarà poi così tardi
se l'epoca in cui vivo
ci permette ancora di ritardare
questo insano, ossequioso
fuoritempo criptico esistenziale,
esiziale,
interinale.
Contratto di formazione
non lo voglio più,
accudiscimi come fossi tua figlia femmina,
l'origine della tua vecchiaia,
la fine dei tuoi giorni fai-da-te,
in cui facevi e pensavi per te sola.
Contatto di formazione,
come formare una squadra
per giocare alla vita,
ri-fare la vita,
rieleggerla a priorità?
Sto diventando dipendente,
mi stanno assumendo
eppure sono io che assumo
dipendo
pendo
m'appendo
e mi stendo.
In fumo, del fumo
al fuoco, in fuoco.
Sono come sono
prendimi così
se vuoi
e portami via.
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a scanner darkly,
ecce bombo,
settantasette,
tossicomania
Tuesday, 13 February 2007
Ctrl Alt Canc
La mela morsicata, che rivoluzione.
Ed io che pensavo che il mondo girasse solo da una parte:
invece c'è un gioco di scatole cinesi (o bambole russe) che si chiama
INLAND EMPIRE
e noi ne siamo spettatori casuali,
d'occasione in riverenza religiosa
giammai laboriosi disattenti
l'estemporaneo.
Ed ai critici che non sanno il mestiere
io dico
arruolatevi! questo mondo non è per voi.
Ed io che pensavo che il mondo girasse solo da una parte:
invece c'è un gioco di scatole cinesi (o bambole russe) che si chiama
INLAND EMPIRE
e noi ne siamo spettatori casuali,
d'occasione in riverenza religiosa
giammai laboriosi disattenti
l'estemporaneo.
Ed ai critici che non sanno il mestiere
io dico
arruolatevi! questo mondo non è per voi.
Cosa succede
Questa settimana non ci sono.
Vivo di notte.
Mi chiudo e mi rinchiudo,
mi nascondo eppur ci sono,
scompaio e riappaio,
altrove a tratti
come se nulla fosse.
Ho qualche proposito
che so già di non potere mantenere:
la noia, la crisi
l'estratto conto con la vita
che vola via, meschina
non mi salverà.
Ritardami il coito,
orrore,
monstruum di narrazione senza volto
io ci sarò, comunque.
Vivo di notte.
Mi chiudo e mi rinchiudo,
mi nascondo eppur ci sono,
scompaio e riappaio,
altrove a tratti
come se nulla fosse.
Ho qualche proposito
che so già di non potere mantenere:
la noia, la crisi
l'estratto conto con la vita
che vola via, meschina
non mi salverà.
Ritardami il coito,
orrore,
monstruum di narrazione senza volto
io ci sarò, comunque.
Friday, 9 February 2007
Antica fiera indigesta
Adrenalina
eppure non ho assunto droghe,
stanotte.
Pompa come non mai,
il sangue ovunque
dentro e fuori me
questa adrenalina
che si mescola alla paranoia,
l'ansia che risale
i vicoli delle memorie
che verranno.
E mi ristupisco,
rinascendo
vengo al mondo
come la prima volta.
eppure non ho assunto droghe,
stanotte.
Pompa come non mai,
il sangue ovunque
dentro e fuori me
questa adrenalina
che si mescola alla paranoia,
l'ansia che risale
i vicoli delle memorie
che verranno.
E mi ristupisco,
rinascendo
vengo al mondo
come la prima volta.
Saturday, 3 February 2007
Diffiicile tacere
Giorni su giorni,
Settimane stempiate,
bianchi i capelli,
l'erta della nuova ora
è già svanita.
E' già ieri,
ogni sette giorni
la mia parte di gioia
lontano da un brilluccicare
ordinario, a suo modo poco ordinato;
oggi non ci sono
per voi
pausa di dolore,
senza inizio o fine
noi siamo quel che siamo.
A volte, morirei per te
Settimane stempiate,
bianchi i capelli,
l'erta della nuova ora
è già svanita.
E' già ieri,
ogni sette giorni
la mia parte di gioia
lontano da un brilluccicare
ordinario, a suo modo poco ordinato;
oggi non ci sono
per voi
pausa di dolore,
senza inizio o fine
noi siamo quel che siamo.
A volte, morirei per te
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amore,
Approccio,
Attrazione,
Nonni,
per grazia ricevuta,
Vedove
Sophia
A Sofia mi sono perso,
ad Est di qui,
mi sono perso.
Un viaggio di routine,
l'infrasettimanale tour
di saggezze acquisite,
dietrologie in retrofront
cose che si sanno
ma che si dimenticano,
a volte:
eppur ci sono, mi ripeto.
Non mi trovo più,
mi ripeto,
se non nella patologia
spenta, sbollita,
di questo amore
che non trovo.
E m'è dolce, serenità
riammessa e quasi nuova,
il ritrovarmi in questo
pelago di insinuazioni,
sciocche ripetizioni,
ad Est di qui.
ad Est di qui,
mi sono perso.
Un viaggio di routine,
l'infrasettimanale tour
di saggezze acquisite,
dietrologie in retrofront
cose che si sanno
ma che si dimenticano,
a volte:
eppur ci sono, mi ripeto.
Non mi trovo più,
mi ripeto,
se non nella patologia
spenta, sbollita,
di questo amore
che non trovo.
E m'è dolce, serenità
riammessa e quasi nuova,
il ritrovarmi in questo
pelago di insinuazioni,
sciocche ripetizioni,
ad Est di qui.
Friday, 2 February 2007
Sofia, guarda la vita che vola via.
Tra bratte inquiete,
lavoratrici irrequiete
solipsistiche indegne
e fedeltà imprecise,
l'ore della notte
vengono e vanno
non più sicure
a tratti seducenti
quasi ancora non svanite
all'ostinarsi del primo Dio.
Ed il mio rincuorarmi
mi rinnova l'esser vivo.
lavoratrici irrequiete
solipsistiche indegne
e fedeltà imprecise,
l'ore della notte
vengono e vanno
non più sicure
a tratti seducenti
quasi ancora non svanite
all'ostinarsi del primo Dio.
Ed il mio rincuorarmi
mi rinnova l'esser vivo.
Saturday, 27 January 2007
Alle prime luci dell'alba, sopita la notte
Mai ritornerò dal fieno paterno
che attende l'albeggiare in distanza
del mio reduce sollazzo di gioia
ed a suo modo dolore.
Mai reincontrerò, nuovo e ancora
il vespreggiare antico
della mia tarda indole
d'uomo tardivo, di dentro macchiato
del deciduo mio d'esser
sempre a modo mio,
diverso,
così.
E biancheggiare di mari
sotto tempesta
crepuscolare in nave
di luci sempr'accesse,
liquami esistenziali!
che si fanno materia
cosificano fino a sconfiggere
il delirio ultimo
dell'assenza di desiderio,
piacere terrestre,
la cosa umana
uomini e donne e gli animali più cari,
i pesci che rispetto,
ma a volte mangio, benedicendo,
e i vegetali ed i doni della terra
che sono mio sostentamento
di vita,
da vita
a vita,
in questa vita che benedico
e amo
a mio modo, sempre.
che attende l'albeggiare in distanza
del mio reduce sollazzo di gioia
ed a suo modo dolore.
Mai reincontrerò, nuovo e ancora
il vespreggiare antico
della mia tarda indole
d'uomo tardivo, di dentro macchiato
del deciduo mio d'esser
sempre a modo mio,
diverso,
così.
E biancheggiare di mari
sotto tempesta
crepuscolare in nave
di luci sempr'accesse,
liquami esistenziali!
che si fanno materia
cosificano fino a sconfiggere
il delirio ultimo
dell'assenza di desiderio,
piacere terrestre,
la cosa umana
uomini e donne e gli animali più cari,
i pesci che rispetto,
ma a volte mangio, benedicendo,
e i vegetali ed i doni della terra
che sono mio sostentamento
di vita,
da vita
a vita,
in questa vita che benedico
e amo
a mio modo, sempre.
Friday, 26 January 2007
Roipnol mescolato all'altro
Giorni che s'inseguono,
come puttane di periferia
all'ultimo soldo della giornata
io me ne sto lì, all'angolo
di un bar
un lattemacchiato freddo,
l'oro in bocca
e l'ansia di andare a dormire.
Se i miei sogni fossero i tuoi,
avrei da raccontarmi ancora di tante storie
che non so
e mostrarti tante musiche
che mai inciderò
prima che sia troppo tardi.
come puttane di periferia
all'ultimo soldo della giornata
io me ne sto lì, all'angolo
di un bar
un lattemacchiato freddo,
l'oro in bocca
e l'ansia di andare a dormire.
Se i miei sogni fossero i tuoi,
avrei da raccontarmi ancora di tante storie
che non so
e mostrarti tante musiche
che mai inciderò
prima che sia troppo tardi.
Thursday, 25 January 2007
Alla memoria
Anche se il tempo non basta mai
cercherò e devo cercare
di controllare lo spazio
occupandolo come si deve
ricomponendo asfittici mosaici
che mi piace portare
a spasso nella memoria,
annullando le lancette dell'orologio,
(per voi, solo voi che portate l'orologio)
io sono qui! ora e poi,
come prima
e dopo ancora
ovunque:
Villa Borghese in su per la collinetta, piazza Garibaldi a mare,
le grate di Scampia o l'Ippodromo delle Cascine
la fermata del metrò su a Milano, lontano dal quartiere Baggio
od una banchina vuota, malferma sulla Roma-Viterbo:
è uguale!
Ma lo spazio non basta
quanto il tempo che io temo,
quand'è seconda, non prima
la disperazione
che impone scelte incipienti,
calvizie prominenti
prepuzi irriverenti,
la disperazione.
cercherò e devo cercare
di controllare lo spazio
occupandolo come si deve
ricomponendo asfittici mosaici
che mi piace portare
a spasso nella memoria,
annullando le lancette dell'orologio,
(per voi, solo voi che portate l'orologio)
io sono qui! ora e poi,
come prima
e dopo ancora
ovunque:
Villa Borghese in su per la collinetta, piazza Garibaldi a mare,
le grate di Scampia o l'Ippodromo delle Cascine
la fermata del metrò su a Milano, lontano dal quartiere Baggio
od una banchina vuota, malferma sulla Roma-Viterbo:
è uguale!
Ma lo spazio non basta
quanto il tempo che io temo,
quand'è seconda, non prima
la disperazione
che impone scelte incipienti,
calvizie prominenti
prepuzi irriverenti,
la disperazione.
La morte è insopportabile per chi non riesce a vivere
Sono strani giorni, dice l'omino dei miei sogni.
Sogno morire mio padre, morire, allunga la vita, raccontano.
In sogno.
La morte è insopportabile per chi non deve vivere.
Sento donne che non conoscono felicità, che alienano il sesso e la propria funzione congeniale.
Datemi pure del Neocon, tant'è che tifo Ratzinger e non mi scandalizzo per chi è contro aborto, eutanasia e dice le avemarie al mattino e alla sera.
Sono un reduce anch'io, Ferretti Lindo Giovanni, uniamoci.
Sogno morire mio padre, morire, allunga la vita, raccontano.
In sogno.
La morte è insopportabile per chi non deve vivere.
Sento donne che non conoscono felicità, che alienano il sesso e la propria funzione congeniale.
Datemi pure del Neocon, tant'è che tifo Ratzinger e non mi scandalizzo per chi è contro aborto, eutanasia e dice le avemarie al mattino e alla sera.
Sono un reduce anch'io, Ferretti Lindo Giovanni, uniamoci.
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Wednesday, 24 January 2007
Ti veniamo a suonare nel negozio, facciamo un concerto soft, che neanche te ne accorgi...Ci intoniamo con il parquet. Sai quanto costa un parquet?
Alle ore 6:50 del mercoledì mattina, riaffiora un flash del disagio del sabato sera ultimo sventuro.
Che fare? Una promessa maltolta, rantolante d'acidità e qualche faccia stizzita da richieste debordanti. Che fare? Mi ricordo d'un non so se sì, non so se no, degli occhi di lei incredula e di lui contento e coglione, a suo modo, in ogni modo. Storie di Malavita, la vita della Mala. Voleva fare il pugile il mio compagno, ma a ventotto anni nessuna federazione di boxeur, così almeno racconta, ti vuole più. Dopo i ventisei, non conti niente. Non sei niente.
Il mio amico non sarà certo il boxeur américain del nuovo secolo prossimo venturo, sventurato lui e noi altri che dobbiamo sorbirci i suoi sogni di gloria rachitici. Però, dico io, dategli almeno la possibilità di intortarti un Casamonica con il suo destro scemo od il gancio sinistrorso, che roba.
Perché il mio amico, il boxeur, è uno di periferia. Un torbella, come si dice a Roma, ma uno di quelli che sa il fatto suo, uno che la borgata l'ha presa per le palle e se l'è mangiata, vomitata e rivomitata. Uno che, per uscire dalla mediocrità delle sue stanze, ha tirato fuori uno stile d'altri tempi, uno che a vederlo, soltanto a vederlo, già lo capisci per quello che è veramente, dal cravattino sempre in tinta con la giacca, la camicia sporca di rossetto, la Winston blu nel taschino ed un mazzo di carte francesi, lui che ha sempre Marsiglia in bocca. Un uomo fatale, per così dire.
Roba forte.
Che fare? Scomparire, non farsi sentire per un po' e poi magari sperare che anche loro, i due del negozio (che poi sarebbe una galleria d'arte) si dimentichino o, meglio ancora, lascino scivolare via i ricordi di una conversazione alcolica troppo alcolica. Però il suonare, fare rumore da crooner, con il microfono tra le tonsille ed il cravattino in sudicia erezione, tutto sommato non mi darebbe noia. Però quel parquet...
Che fare? Una promessa maltolta, rantolante d'acidità e qualche faccia stizzita da richieste debordanti. Che fare? Mi ricordo d'un non so se sì, non so se no, degli occhi di lei incredula e di lui contento e coglione, a suo modo, in ogni modo. Storie di Malavita, la vita della Mala. Voleva fare il pugile il mio compagno, ma a ventotto anni nessuna federazione di boxeur, così almeno racconta, ti vuole più. Dopo i ventisei, non conti niente. Non sei niente.
Il mio amico non sarà certo il boxeur américain del nuovo secolo prossimo venturo, sventurato lui e noi altri che dobbiamo sorbirci i suoi sogni di gloria rachitici. Però, dico io, dategli almeno la possibilità di intortarti un Casamonica con il suo destro scemo od il gancio sinistrorso, che roba.
Perché il mio amico, il boxeur, è uno di periferia. Un torbella, come si dice a Roma, ma uno di quelli che sa il fatto suo, uno che la borgata l'ha presa per le palle e se l'è mangiata, vomitata e rivomitata. Uno che, per uscire dalla mediocrità delle sue stanze, ha tirato fuori uno stile d'altri tempi, uno che a vederlo, soltanto a vederlo, già lo capisci per quello che è veramente, dal cravattino sempre in tinta con la giacca, la camicia sporca di rossetto, la Winston blu nel taschino ed un mazzo di carte francesi, lui che ha sempre Marsiglia in bocca. Un uomo fatale, per così dire.
Roba forte.
Che fare? Scomparire, non farsi sentire per un po' e poi magari sperare che anche loro, i due del negozio (che poi sarebbe una galleria d'arte) si dimentichino o, meglio ancora, lascino scivolare via i ricordi di una conversazione alcolica troppo alcolica. Però il suonare, fare rumore da crooner, con il microfono tra le tonsille ed il cravattino in sudicia erezione, tutto sommato non mi darebbe noia. Però quel parquet...
Monday, 22 January 2007
come perseguire e non perseguitare
Il problema del lavoro, oggi.
Se timbro il mio cartellino, non potrò attendermi nuova vita, di qui a presto, poco tempo ancora. Ma per vivere, di qui in avanti, avrò bisogno di denaro, firmare le cambiali per il mio futuro da scrittore, se voglio scrivere di qualcosa, qualcosa scritto c'è già, altrove, perditempo vuoto a perdere.
Quanto tempo è che non fai un film, Nanni, un film vero, Nanni, da quant'è...
Se timbro il mio cartellino, non potrò attendermi nuova vita, di qui a presto, poco tempo ancora. Ma per vivere, di qui in avanti, avrò bisogno di denaro, firmare le cambiali per il mio futuro da scrittore, se voglio scrivere di qualcosa, qualcosa scritto c'è già, altrove, perditempo vuoto a perdere.
Quanto tempo è che non fai un film, Nanni, un film vero, Nanni, da quant'è...
Saturday, 20 January 2007
la scelta che si impone
Perché questo blog.
Perché è una scelta che si impone, in qualche modo. Perché livejournal è datato ed il mio impegno autoreferenziale, d'eccessi o riflessi, in eccesso. Perché ho scelto di passare ad un'isola mia, che sia di referenza più privata che privata; pubblica, quasi, nel suo restarsene insgabellata all'angolo, ma lontana, che quasi non si noti, eppure esista, si muova, autonomia d'oltre-passare il limite anche quando non c'è, che non mi immagino, ma che vorrei.
Chi sono.
Mai stato troppo bravo nelle presentazioni. Ho sempre creduto che all'altro si congeniasse, un po' per sciocca svalutazione, un po' per accigliata pigrizia, la mia uguale accortezza di analisi e rapidità nell'intuire chi mi capita difronte o di lato (un po' meno nel retro, lì faccio fatica, lo ammetto), anche se, non di rado, mi capita di sbagliare: specie nei rapporti troppo stretti negli affetti, meno nella giusta distanza, nè lontano da morire, nè vicino da soffrire.
Insomma, non chiedetemi di presentarmi: poca dimestichezza anche con i miei curriculum, da sempre, figuriamoci nel farmi avanti così spudorato.
[il mio vecchio blog, ancora su per qualche tempo, non so quando non so il mio non so, ancora no. www.livejournal.com/users/novecento93s ]
Perché è una scelta che si impone, in qualche modo. Perché livejournal è datato ed il mio impegno autoreferenziale, d'eccessi o riflessi, in eccesso. Perché ho scelto di passare ad un'isola mia, che sia di referenza più privata che privata; pubblica, quasi, nel suo restarsene insgabellata all'angolo, ma lontana, che quasi non si noti, eppure esista, si muova, autonomia d'oltre-passare il limite anche quando non c'è, che non mi immagino, ma che vorrei.
Chi sono.
Mai stato troppo bravo nelle presentazioni. Ho sempre creduto che all'altro si congeniasse, un po' per sciocca svalutazione, un po' per accigliata pigrizia, la mia uguale accortezza di analisi e rapidità nell'intuire chi mi capita difronte o di lato (un po' meno nel retro, lì faccio fatica, lo ammetto), anche se, non di rado, mi capita di sbagliare: specie nei rapporti troppo stretti negli affetti, meno nella giusta distanza, nè lontano da morire, nè vicino da soffrire.
Insomma, non chiedetemi di presentarmi: poca dimestichezza anche con i miei curriculum, da sempre, figuriamoci nel farmi avanti così spudorato.
Da grande voglio raccontare, vi basti.
[il mio vecchio blog, ancora su per qualche tempo, non so quando non so il mio non so, ancora no. www.livejournal.com/users/novecento93s ]
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